Una personalità straordinaria e un amore per la Madonna
È con grande gioia che presento questa testimonianza in segno di gratitudine a Papa Francesco, con il quale ho avuto l’onore di mantenere un rapporto sin dal 2007. Ho avuto la grazia di lavorare al suo fianco durante la Conferenza di Aparecida, un’esperienza che ha segnato profondamente la mia vita, soprattutto per la sua umiltà, profondità di pensiero e spirito ecclesiale. All’epoca, mai avrei immaginato che un giorno sarebbe diventato Papa.
Fin dall’inizio, la sua personalità e il suo spirito religioso mi hanno colpito, così come il suo amore per la Madonna. Ad Aparecida, abbiamo avuto conversazioni significative sull’importanza della presenza di Maria nel documento finale della Conferenza e su come l’esempio e l’intercessione di Maria dovessero permeare tutte le dimensioni della vita della Chiesa, in particolare quella del popolo latinoamericano, evangelizzato attraverso le mani della Madonna.
La storia mariana del nostro continente americano ha radici profonde. L’evangelizzazione è avvenuta in modo Mariano, Guadalupano e, in Sud America, la presenza di Maria ha accompagnato gli evangelizzatori, che portavano la croce di Cristo insieme a un’immagine della Madonna. Papa Francesco porta con sé l’eredità di questa tradizione.
“È mia Madre”: Testimonianze della devozione mariana del Papa
Vorrei condividere alcune storie sul rapporto del Papa con Maria. Ho avuto il privilegio di intervistarlo su questo argomento, dando vita al libro “É mia Madre ” (Incontri con Maria, 2018-IT).
Come membro del Movimento di Schoenstatt, ho sempre percepito il legame che il Papa creava tra me e la Madonna. Durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro (2013), mentre ero il suo interprete, mi regalò alcuni oggetti mariani. Accorgendomi di non avere un dono per lui, mi ricordai di un’immagine della Madonna Pellegrina che una Suora di Maria di Schoenstatt mi aveva dato per farla benedire dal Papa.
Guardando quell’immagine, sentii che era il regalo perfetto. Quando gliela consegnai, lui la abbracciò, la baciò e mi chiese di benedirla, cosa che mi sorprese. Poi disse: “Spesso dono i regali che ricevo, ma questo lo terrò con me.” Da allora, quell’immagine lo accompagna, accanto al suo letto, sul suo comodino.

Nel 2014, ha condiviso con la Famiglia di Schoenstatt: “Qualche tempo fa, un Padre di Schoenstatt mi ha regalato un’immagine della Madre. E la tengo sul tavolo accanto al mio letto. E ogni mattina, quando mi alzo, la tocco e prego. È un segreto che volevo condividere con voi”. Ha anche sottolineato l’importanza di Maria come nostra madre, lasciando messaggi profondi per la Famiglia di Schoenstatt: “Non abbiamo il diritto di avere una mentalità da orfani. Vale a dire, il cristiano non ha il diritto ‘di sentirsi orfano’. Tu hai una Madre. Noi abbiamo una Madre. (…) Lei è Madre non solo perché ci dà la vita, ma anche perché ci educa nella fede. È molto diverso cercare e crescere nella fede senza l’aiuto di Maria. È un’altra cosa. È come crescere nella fede, sì, ma in una Chiesa che si sente come un orfanotrofio. Una Chiesa senza Maria è un orfanotrofio. Soprattutto, lei ci educa, ci aiuta a crescere, ci accompagna, risveglia la nostra coscienza. Sa come scuotere la nostra coscienza per portare al pentimento.”
Maria e la cultura dell’incontro e dell’alleanza
Papa Francesco sottolinea l’importanza di Maria come colei che ci aiuta a vivere la cultura dell’incontro e dell’alleanza, che è al centro della spiritualità di Schoenstatt. “La cultura dell’incontro è la cultura dell’alleanza. E questo genera solidarietà. (…) Significa creare legami, non distruggere legami. E oggi, stiamo vivendo in questa cultura, in questa cultura del provvisorio, che è una cultura che distrugge i legami. (…)” Dunque, una cultura dell’incontro che crea una vera unità, ed è l’unità della santità, capite? Che porta alla cultura dell’incontro.
Una Chiesa mariana: fermezza, tenerezza e misericordia
La visione del Papa su Maria è quella di una madre sempre presente in mezzo al suo popolo, una discepola e missionaria di Gesù. Per lui, quando parliamo di Maria, parliamo anche della Chiesa.
Nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, Francesco insegna che tutto ciò che diciamo di Maria dovrebbe essere applicato alla Chiesa e a ogni battezzato, citando un testo di Isacco della Stella.
Una Chiesa che deve essere madre come Maria: ferma, forte e tenera, capace di vivere la rivoluzione della tenerezza. Una Chiesa missionaria, con porte aperte, che accoglie, si prende cura e abbraccia tutti coloro che sono nel bisogno, soprattutto quelli che si trovano nelle periferie della società. Una Chiesa come un ospedale da campo, che offre un primo soccorso, accoglie e cura.
Papa Francesco desidera una Chiesa con la cura materna di Maria. I suoi 12 anni di pontificato ce lo hanno dimostrato, con la proclamazione del Giubileo Straordinario della Misericordia e con lo spirito sinodale, cercando che “tutti, tutti, tutti” siano accolti nel seno della Chiesa, sentendosi a casa, indipendentemente dalla loro storia morale. La Chiesa ci invita alla pienezza delle virtù teologali e del Vangelo, dove la moralità ha un valore fondamentale, ma il punto di partenza è sempre l’apertura, l’accoglienza e l’ascolto.
Il Papa spera che possiamo trasformare la Chiesa in una Chiesa materna, con i tratti di Maria, una Chiesa mariana.
P. Alexandre Awi Mello, ISch
Attualmente è il superiore generale dell’Istituto Secolare dei Padri di Schoenstatt. Ha conseguito un Master in Teologia presso la Scuola Superiore di Filosofia e Teologia di Vallendar, in Germania, e un Dottorato in Mariologia presso l’Università di Dayton, negli Stati Uniti. È stato professore di Teologia Pastorale e Teologia Sistematica presso l’Istituto Paolo VI di Londrina (PR); presso la Pontificia Università Cattolica del Paraná, Londrina; presso UNISAL, dei Salesiani; e presso la Facoltà di Filosofia e Teologia di San Benedetto. Ha collaborato con il Cardinale Bergoglio durante la Quinta Conferenza Generale del Consiglio Episcopale Latinoamericano e dei Caraibi, svoltasi ad Aparecida, e ha accompagnato il Pontefice in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, nel 2013, a Rio de Janeiro. È stato segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e consigliere della Pontificia Commissione per l’America Latina.
Fonte: formacao.cancaonova.com
Traduzione: Eugenio Minici